Che esiste un linguaggio per farsi capire da tutti e un linguaggio per darsi un tono tra pubblicitari e responsabili di marketing.
Che se vogliamo farci capire, la casalinga di Voghera può tranquillamente comprendere anche il più contorto dei nostri ragionamenti strategico-creativi.
Che il nostro lavoro sa ancora portare un sorriso, una risata o un attimo di emozione o di riflessione alle persone.
Che creativi e clienti hanno molte più cose in comune di quello che pensano.
Che il nostro è un lavoro che si può fare davvero ovunque.
Che gli insight rimangono il nostro tesoro più prezioso.
Che l’Italia non è solo MilanoMilano ma è anche le tante città di provincia.
Che le città di provincia non sono fuori dal mondo: Facebook, Instagram, Amazon e WhatsApp vengono usati anche lì, proprio come nelle grandi città.
Che la casalinga quando guarda la pubblicità non è pigra: se c’è un’idea che la sfida intellettualmente lei può e vuole capirla.
Che la Casalinga di Voghera affascina e terrorizza tutti i clienti perché, in fondo in fondo, loro sanno che anche con tutti i test quali-quantitativi del mondo non sapranno mai con certezza cosa pensa e come si comporta.
Che il tiramisù con i Savoiardi è buono, ma quello con i Pavesini lo è ancora di più.
Che “Piuttost che nient l’è mej piuttost”
Che fare mezz’ora di live su Facebook è una cosa devastante.
Che potrebbe nascere un nuovo tipo di contenuto: l’Agency Generated Content. Un tipo di contenuto in cui sono gli stessi creativi che ci mettono la faccia, diventando presentatori/attori/saltimbanchi.
Che questo lavoro può essere ancora tanto divertente, se si vuole.